28 LUGLIO 2017
Band: Monkey Diet
Titolo: Inner Gobi
Label: Black Widow Records (2017)
Genere: Instrumental Psychedelic, Fusion
Formato: CD, Digital
Data di pubblicazione: April 8, 2017
Tracklist:
01 – Ego Loss
02 – Inner Gobi
03 – Slidin’ Bikes
04 – The Endless Day of Robby the Ant
05 – Moth
06 – Sorry Son…(I’ve Lost Your Car)
07 – Moonshine
08 – Seppuku
09 – Viking
Line-up:
Gabriele Martelli (PropheXy): Chitarre, synths
Daniele Piccinini (Accordo dei Contrari): Basso, Synths
Roberto Bernardi: Batteria
Mix tra psichedelia e progressive, questo sono gli italiani Monkey Diet, gruppo creativo di Modena, formato da Daniele Piccinini al basso ex Accordo dei Contrari, Gabriele Martelli alla chitarra ex PropheXy e Roberto Bernardi (batteria) che militava nei Like, tribute-band dei Genesis.
“Inner Gobi” è il loro album di debutto, distribuito dall’etichetta Black Widow.
Un album complesso in cui si evince la maturità di ogni singolo componente, una pienezza artistica nata da anni nel campo musicale.
“Inner Globi” è un disco strumentale che abbraccia più generi, trasportando dal jazz al metal, passando attraverso il prog ed il dark.
Nonostante manchino parti vocali, devo ammettere che queste album è apprezzabilissimo e diversamente dalla maggior parte dei dischi completamente strumentali, tende a non annoiare, proprio per la diversificazione che aleggia nei brani. Nessuna traccia è simile all’altra, si differenziano tutte per la singola positività che emanano ciascuna di esse.
Ad aprire questo album, “Egoloss” con influenze prog e jazz, uno dei brani che preferisco di questo disco, proprio per la complessità di cui è composto.
La title track, seconda traccia, risulta essere un altro brano complesso in cui il basso, come strumento, regala quell’appeal che solo questo strumento possa trasmettere, così come per la terza traccia “Slidin’ Bikes”, breve brano cupo e affascinante, arioso verso il proprio finale.
“The Endless Day Of Robby The Ant”, è un altro brano che da sfoggio al jazz, per poi passare con naturalezza ad un’atmosfera quasi doom in “Moth”, sempre restando in ambito sia sperimentale che psichedelico.
“Sorry Son”, è la sesta traccia che offre ancora psichelelia con aggiunta di stoner.
“Moonshine” è orientata verso il rock più classico fatto di riff e ritmo più leggero rispetto alle altre tracce che compongono l’album. Il mio lato rockeggiante ringrazia per cotanta bellezza musicale.
Segue “Seppuku”, nuovamente sull’onda del jazz ma incontaminata da linee progressive.
In chiusura, troviamo “Viking”, brano che mi ricorda un Santana moderno ed incontaminato da più fronti, una traccia anche questa molto interessante che riesce nel suo intento di coinvolgimento.
I Monkey Diet si annoverano tra le band più interessanti dell’underground italiano, un gruppo capace di fondere la propria creatività in più generi musicali, realizzando qualcosa di proprio e diverso dalle proposte offerte dal mercato.
“Inner Gobi” è sicuramente un lavoro realizzato ottimamente e frutto di ingegno e passione che si riesce a percepire dall’atmosfera che abbraccia l’intero l’album.
Un disco davvero elegante per palati, o meglio dire orecchie, fini e per chi ama ascoltare più lati musicali in uno solo disco.
La band ha avuto l’ audacia di presentarsi con un prodotto di nicchia, sta a noi ascoltatori renderlo riconoscibile di successo.
Valeria Campagnale
80/100
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