18 LUGLIO 2017
L’ORA X è la nuova band dei fratelli Gabriele e Ilario Mangano,conosciuti a molti già come sezione melodica degli Yattafunk (Roma).
Abbandonati momentaneamente il funky e la goliardia due
fratelli (Ilario alla chitarra e basso e Gabriele che si occupa di voce,chitarra,batterie e tastiere) presentano “Sottovoce” ,esordio discografico che tenta di ripercorrere la linea del nu-metal
attraverso innesti di rap rigorosamente in italiano e alternative metal di stampo anni ’90. Licenziato dalla Ghost Label Records e prodotto sotto la direzione artistica di Wahoomi Corvi e
Cristian Coruzzi,”Sottovoce” si presenta come un coraggioso tentativo di unire a musiche tipicamente di stampo americano e anglofono a testi in italiano, sviscerando come concept dell’album un
tema delicato (e che quindi contrasta molto con la durezza delle musiche) e multiforme come l’amore in tutte le sue sfaccettature.
“Animae” è l’apertura del lavoro,che col suo incedere che
ricorda bands come Adema (e qualcosa dei System Of A Down nell’arpeggio che accompagna la strofa) si incrocia con un ritornello massiccio ed un assolo molto melodico. Echi di Linea 77,e forse di
un hardcore molto più ispirato ai primi Deftones, che però non fanno distogliere dal rappato che, purtroppo, ha nella melodia la brutta pecca di assomigliare troppo ad un certo rap modaiolo
italico degli ultimi anni.
La successiva “Labbracadabra” si ispira molto di più ai Deftones di “Adrenaline” ed ai Linea 77 (nella strofa rap),ma solo nel ritornello acquista un certo
spessore,perché purtroppo il fantasma del rap del brano precedente fa ancora capolino e sembra quasi ascoltare una variazione sul tema del primo brano.
Si arriva a “Gaius Baltar”,dove invece si
ottiene l’effetto contrario dei due brani precedenti,ossia è la strofa ad essere molto interessante,mentre il ritornello è sorretto da una linea abbastanza usata,anche se entrerà in testa a molti
appassionati del genere.
Musicalmente ben arrangiata, la cover di Lucio Battisti (e testo di Mogol) di “Non è Francesca” si fa apprezzare per i momenti a salire e scendere (molto bella la
sezione ritmica),ma mostra anche i confini interpretativi di Gabriele Mangano, che è bravo a fasi alterne nel fare suo il testo,mentre “Io Ci Sarò”,che ahimè spezza sì il mood dell’album con una
ballad, ma lo fa con atmosfere che potrebbero persino arrivare a ricordare i più innamorati 883 e compagnia bella. Ma è ”Quello Che I Miei Occhi Non Vedono” che racchiude il senso di tutto il
lavoro de L’Ora X in questo disco. La buona duttilità vocale di Gabriele ed il lavoro di entrambi sulla musica creano uno dei brani più riusciti dell’album, combinando aggressività, melodia,
rap,in maniera compatta ma molto accattivante, allontanando l’aria di “easy listening” (seppur duro, certo, ma di facile presa) respirata almeno in 3 episodi precedenti e confezionando un’ottima
song.
“Sweet Home Roma Est” aggancia un rap alla Kaos con una base molto semplice ma d’impatto,e potrebbe,perché no,diventare un inno ai concerti della band,mentre “Che Sarà Di Noi” unisce due
mondi lontanissimi : da un lato una sorta di strofa che ricorda i Puddle Of Mud,dall’altra un ritornello isterico e violento,dove la voce di Gabirele si cimenta in una sorta di scream che però
non è molto azzeccato,anche se generalmente il pezzo ha un bell’incedere.
“Daimyo” invece,sovverte un po’ certi canoni del disco, mischiando suoni acustici e dando vita ad una sorta di acoustic
AOR rock molto equilibrato ed intenso, proponendo un’altra bella song che stupirà molti.
“X”,purtroppo,ricade nella dicotomia avvertita all’inizio dell’album,ossia un rap molto blando che ricorda un certo pop italico (e un arpeggio molto sentito e risentito) mentre un ritornello
davvero azzeccato esplode
e rimane in testa.
Chiude “Sottovoce”, title-track che estremizza la parentesi acustica regalando una ballad molto sentita e che scrive l’ideale capitolo conclusivo del
concept.
I fratelli Mangano sanno suonare,su questo non ci piove,e lo sanno fare anche bene : Ilario regala assoli ben strutturati ed una sezione di basso molto precisa,Gabriele si occupa delle
non facilissime batterie ed ha una voce varia abbastanza per farsi largo lungo tutti i solchi del disco.
Benché spesso i testi risentano di alcune forzature,assolvono bene il compito di
sviscerare un argomento ostico come l’amore,soprattutto quando si intraprende la coraggiosa strada del cantato in italiano e si cerca di fonderlo con uno stile ben lontano da un certo canone
musicale a cui l’amore sembra essere stato consacrato.
Pertanto un sicuro merito va a L’Ora X per il tentativo molto azzardato,forte anche di una produzione ottima e di una copertina davvero
intrigante,anche se,a mio parere,c’è ancora una vena interpretativa,quella del rap,da ‘educare’ ed addomesticare,per evitare il rischio di assomigliare a tanti altri.
TRACKLIST :
1. Animae
2. Labbracadabra
3. Gaius Baltar
4. Non è Francesca (Battisti/Mogol)
5. Io Ci Sarò
6. Quello Che I Miei Occhi Non Vedono
7. Sweet Home Roma Est
8. Che Sarà Di Noi
9. Daymio
10. X
11. Sottovoce
LINE-UP:
Gabriele Mangano – Voce, Chitarra, Batterie, Tastiere
Ilario Mangano – Chitarre, Basso
Aldo Artina
64/100