11 GENNAIO 2021
Tracklist:
01. Eternal Return
02. Humanity Deception
03. The Black Lodge
04. Interlude
05. Bound To Lies
06. Enemy Zone
07. Journey Into Regrets
08. Slaves Of Time
Line-up:
Roberto Biasin – voce, chitarra
Gabriele Boccadamo – chitarra
Luca Piccolo – basso
Giovanni Giustioli – batteria
Recensione a cura di
Valeria Campagnale
Gli italiani Last Century presentano il loro primo album ‘A State Of Being Aware’, anticipato dal singolo “Slaves Of Time” ed uscito il 3 ottobre scorso per Maculata Anima Rec.
Nati nel 2014, hanno pubblicato il primo singolo ‘Call Of War’ (2016) e l'EP ‘Mandatory Disguise’.
A State Of Being Aware’, è un debutto interessante, soprattutto per la composizione dei pezzi bilanciando tra il thrash classico e il death metal in maniera squisitamente tecnica.
Partiamo subito con il primo brano “Eternal Return”, un’ottima introduzione per questo lavoro che effettivamente porta all'attenzione la meticolosità nella cura della compositione di ogni singolo brano da parte della band.
La seconda traccia è la risoluta “Humanity Deception”, davvero una scheggia ed un ottimo pezzo, sempre ben strutturato ed eseguito, mi sorprende un poco che questo gruppo sia solo al primo album, anche se qualche pecca nel complesso si sente, è comunque un bel disco.
Potentissima è la seguente “The Black Lodge”, veloce, compatta e con una buona melodia, la voce è un buon growl e nel complesso rende ancor più intensa l'atmosfera cupa.
Molto stuzzicante è “Interlude” nella sua ovattata esecuzione, uno stacco melodioso all'interno di questo lavoro, se dovessi scegliere un brano in particolare di “Last Century“, sceglierei proprio questo per l'intensità emotiva che riesce a trasmettere.
Interessante anche “Bound to Lies” che riprendendo il ritmo incalzante del disco, non abbandona però una costante melodica, un buon binomio per questi quattro minuti (e sei secondi, per i pignoli), forse il brano più rappresentativo dell'album.
Nuovamente ripiombiamo in una corsa veloce con “Enemy Zone”, il growl è buono, il pulito così così, secondo la mia opinione brani come questo o come “Slaves Of Time” che chiude l'album, dovrebbero continuare con una linea non pulita del vocalizzo per mantenere i pezzi più aggressivi.
“Journey Into Regrets”, penultimo brano, rende molto musicalmente trasmettendo la carica tipica del thrash metal, eppure anche in questa traccia il cantato non entusiasma.
Concludendo posso dire i Last Century promettono veramente bene, musicalmente ottimi ed offrono un album diverso mai canoni thrash classici ed aggiungendo una propria personalità. L'unica pecca evidente rimane la voce che, una volta abbandonato il growl, perde un po’ di efficacia nei brani, o meglio non li valorizza come dovrebbe.
La sezione ritmica è davvero buona, le linee di basso sono ottime, la batteria potente, così come trovo più che soddisfacenti le parti chitarristiche.
70/100